Titolo originale:  Los años nuevos

Soggetto: Rodrigo Sorogoyen, Sara Cano, Paula Fabra

Regia: Rodrigo Sorogoyen

Sceneggiatura: Rodrigo Sorogoyen, Sara Cano, Paula Fabra, Marina Rodriguez Colas, Antonio Rojano

Montaggio:  Alberto Del Campo, Mario Sierra, Regino Hernández

Cast:  Iria del Río, Francesco Carril, Pablo Gómez-Pando, Ana Telenti, Vladimir Perrin, Lucía Martín Abello, Ana Labordeta, Anna Alarcón

Durata: 10 episodi (da 40/57 min ciascuno)

Origine:  Spagna, Francia

Anno:  2024

Piattaforma:  RaiPlay

Nella notte del 31 gennaio 2015 le vite di Ana e Oscar si incontrano per pura combinazione in un locale di Madrid. Intenti entrambi a festeggiare contemporaneamente il loro trentesimo compleanno, provano una subitanea curiosità reciproca che li porta a scoprirsi a poco a poco e a trovare, al di là delle evidenti differenze, degli interessanti punti in comune. In questo Capodanno dei destini incrociati impariamo a conoscere l’indole istintiva di lei e quella riflessiva di lui, il magnetismo di Ana ancora alla ricerca della propria strada di realizzazione e incostante quasi per scelta nelle amicizie, e l’aria rassicurante e posata di Oscar, medico per vocazione, amante delle proprie abitudini e affezionato ai suoi punti di riferimento affettivi. Il litigio con Vero, coetanea con cui da mesi Oscar vive un rapporto altalenante e instabile, per via di un’amicizia maschile di lei che sembra visibilmente tingersi del colore del tradimento, contribuisce a dare il via alla linea narrativa. Oscar si ritrova nel giro di poche ore a casa di Clara, un’amica di Ana, dove i due partecipano al gioco di dare un voto all’anno appena concluso assegnando entrambi un 6. L’indomani in compagnia di una coppia di amici, Tere e Luis, lasciano l’abitazione e si fanno dare un passaggio in macchina durante il quale assistono a una discussione fra questi ultimi per ragioni di gelosia. Una volta soli si dirigono a casa di Oscar, che vive da single a differenza di Ana che abita in un appartamento in condivisione con altre due persone. Il dialogo si fa sempre più personale finché l’attrazione fisica prende il sopravvento. Poi si riaccende la conversazione e i due tornano a parlare delle loro scelte di vita nel presente e per il futuro, invidiando ciascuno quel qualcosa nell’altro di diverso da sé. L’improvvisa telefonata di Vero pone frettolosamente fine al loro stare insieme dato che Oscar si sente in dovere di andare dalla sua ex nell’ospedale in cui un amico di lei è in sala operatoria perché accoltellato. Nel punto in cui le loro strade letteralmente si dividono Ana abbraccia Oscar nascondendo nel suo spirito selvaggio la paura di perderlo e il dolore del distacco e ciascuno dei due si incammina in direzione opposta e contraria.

Della prima puntata di questa serie franco-spagnola incuriosisce soprattutto il finale, che lascia pensare alle imprevedibili coincidenze create ogni giorno dalla sorte, nella sua più ironica naturalezza, in una specie di gioco labirintico dove non è mai possibile indovinare cosa ci aspetterà dietro l’angolo di una via, di una situazione, di un incontro o di un addio.

Il racconto proseguirà puntata dopo puntata passando attraverso altri nove capodanni fino a descrivere un decennio della vita dei due protagonisti e permettendo allo spettatore un’esperienza di immersione discreta e di esplorazione spontanea delle vite degli altri, così simili e così diverse dalle proprie.

La serie sceneggiata e diretta da Rodrigo Sorogoyen raccoglie la difficile sfida di non seguire la strada maestra del cinema, riassunta mirabilmente da Hitchcock in una delle sue celebri massime, «Il cinema è la vita con le parti noiose tagliate», provando a raccontare da vicino, in modo non noioso e con un ritmo altalenante fra vivace e disteso, la quotidianità dei suoi protagonisti, spaziando fra varie città europee del giorni nostri. La trama si svolge attorno alle personalità forti e complesse dell’irrequieta Ana e dell’introverso Oscar, che rispettano la vecchia legge dell’attrazione fra gli opposti, perché lei è tanto impulsiva quanto lui riflessivo e tanto dinamica quanto lui amante della sua comfort zone. Ma in entrambi c’è un need, un bisogno interiore, che è l’altro a riconoscere e a portare a galla e che è l’altro a poter colmare: Oscar porta allo scoperto la fragilità che lei nasconde ricoprendola di esteriore e variopinta spavalderia e Ana legge nello sguardo di lui la tristezza che invano cerca di dissimulare agli occhi degli altri e forse anche di se stesso. Anticonvenzionale, libera e un po’ felina nelle movenze, è soprattutto Ana – interpretata da Iria del Río – a catturare l’attenzione dello spettatore nella sua complicata semplicità e nell’innocenza ragazzina del suo personaggio, e l’indugiare della macchina da presa sui suoi primi e primissimi piani trova dunque una ragion d’essere emotiva nell’indagine del suo mondo interiore. C’è qualcosa nel modo di raccontare e mostrare i due protagonisti che sembra far respirare le atmosfere dai tempi dilatati della Nouvelle Vague, dove un puro dettaglio quale un gesto o un’espressione del volto era in grado di assumere un forte valore estetico e dove anche la naturalezza di un silenzio acquistava un significato particolare e prezioso. Qualcosa riecheggia le scene negli interni di Fino all’ultimo respiro di J.L. Godard e ne condivide la prosaica eleganza, facendo sì che il rischio del voyeurismo ceda il posto alla sincerità dell’esperienza emotiva dell’intimità verbale e fisica vissuta fra le pareti domestiche. A fine puntata Ana ci lascia così, portando con sé la valigia che ha ricevuto dalle amiche come regalo di compleanno e che diviene correlativo oggettivo della libertà dai legami, con il suo fascino un po’ selvaggio e randagio, apparentemente lontano, nel suo irriverente atteggiamento verso la vita e nel suo moderno spirito d’avventura, e in realtà invece estremamente vicino, nella più intima essenza del personaggio, alla Holly (e al suo inseparabile Gatto) della New York degli anni Cinquanta ritratta in Colazione da Tiffany, dove dietro alla vetrina di abbaglianti e sofisticati gioielli la protagonista era alla ricerca, per dirla con Jovanotti, di quel raro «diamante che brilla e che continua a brillare», di una persona che diventasse la sua casa.

Voto: ★★★

Jleana Cervai