Titolo originale: The Pale Blue Eye
Regia: Scott Cooper
Soggetto: Louis Bayard (tratto dal suo romanzo)
Sceneggiatura: Scott Cooper
Fotografia: Masanobu Takayanagi
Cast: Christian Bale, Harry Melling, Lucy Boynton, Toby Jones, Simon McBurney, Timothy Spall, Robert Duvall, Harry Lawtey, Gillian Anderson, Charlotte Gainsbourg, Hadley Robinson, Fred Hechinger, Joseph Brooks, Steven Maier, Brennan Keel Cook, Orlagh Cassidy, Scott G. Anderson, Gideon Glick, Jack Irving, Matt Helm, Mathias Goldstei, Charlie Tahan, Bill Cwikowski, Agnes Herrmann, Nicholas Bellavia, John Fetterman
Origine: Stati Uniti
Durata: 128
Anno: 2022
Piattaforma: Netflix
Nell’inverno del 1830, il caso misterioso di un cadetto di West Point trovato impiccato e senza il cuore, porta i direttori della neonata accademia a rivolgersi a August Landor, cinico detective dal passato da soldato. Tra supposti riti arcani di magia nera e la resistenza delle reclute votate a un codice del silenzio, Landor troverà aiuto nel eccentrico cadetto Edgar Allan Poe, tanto intollerante alla vita militare quanto amante della poesia.
West Point, 1830. Il corpo di un cadetto viene ritrovato impiccato a un albero, con il cuore asportato dal petto. Preoccupati che quanto avvenuto possa macchiare la reputazione dell’accademia da poco inaugurata, i direttori affidano il caso al detective August Landor, cinico e disilluso veterano in pensione in pena per la scomparsa della figlia Mathilde, scappata tempo prima. Scontrandosi con la diffidenza e il silenzio di chi vive in accademia, Landor trova aiuto nell’eccentrico ma brillante cadetto Edgar Allan Poe, che si interessa al caso.
Tratto dall’omonimo romanzo di Louis Bayard, The Pale Blue Eye – I delitti di West Point è uno di quei casi in cui le premesse sono più affascinanti del risultato finale. È un film dove l’atmosfera sembra essere quella giusta, così come il tono e la storia che si vuole narrare. La bella fotografia di Masanobu Takayanagi vira verso i colori freddi, adattandosi all’ambientazione gotica della pellicola, così come si segnala l’interpretazione degli attori, tra cui spicca Harry Melling nella parte di un giovane Edgar Allan Poe, dimostrando, anno dopo anno, un talento sempre più evidente, riuscendo a distanziarsi dai panni ingombranti di Duddly della saga di Harry Potter. Ciononostante, tutte queste componenti, una volta messe insieme, falliscono nel trovare una quadra, finendo per dare origine a un enorme accumulo di spunti mai fino in fondo sfruttati. Il gusto per il racconto giallo e la graduale ricerca degli indizi per giungere alla rivelazione finale vengono obliterati dalla smania di arrivare al colpo di scena, a quel plot twist ormai immancabile che finisce per oscurare tutta la costruzione.
L’inserimento di Edgar Allan Poe nel ruolo, tra l’altro, di co-protagonista, si traduce in una grande dichiarazione d’intenti, esplicitando la volontà di rifarsi all’immaginario del celebre autore, realizzando un’opera che si avvicini alle ambientazioni dei suoi racconti. Tuttavia questo non avviene mai, riducendo il personaggio a una figurina, a nient’altro che un nome famoso che possa destare l’attenzione o l’interesse dello spettatore senza però andare oltre.
Luca D’Albis
Voto: ★★