Titolo originale: Rykter
Soggetto: Christoffer V. Ebbesen
Regia: Kjersti Steinsbø, Sigrid Clementine Kolbjørnsen, Nina Knag, Andreas Milde
Sceneggiatura: Christoffer V. Ebbesen, Sigrid Clementine Kolbjørnsen, Tron-Petter Aunaas
Montaggio: Elisabeth Berthelsen, Christoffer Mogster, Ulrik Holsen, Elias Kleive
Cast: Teo Tomczuk, Sisilja Skeistrand Garen, Benjamin Johannes Ebbesen, Alisah Sussmann, Tobias Vassnes, Martin Storebø Koh
Durata: 12 episodi (da 8 – 12 min ciascuno)
Origine: Norvegia
Anno: 2022/2023
Piattaforma: RaiPlay
Il pilot della serie “Benvenuto a Vesterøy” salta acrobaticamente dalla frenesia immersiva delle riprese delle scene di apertura, sul prato del campo di calcio dove avviene un episodio di bullismo fra gli adolescenti di una stessa squadra, alla quiete di un campo lunghissimo sul panorama del mare davanti alle coste della Norvegia, al primissimo piano del protagonista Erik, a bordo di un traghetto e in fuga verso una nuova vita nell’isola di Vesterøy. L’episodio si trasforma presto in una carrellata sui volti dei principali protagonisti, dalla madre del ragazzo – che in quell’isola, dove sembrano abbondare solo la pioggia e i pesci, aveva vissuto fino a sedici anni – ai nuovi compagni di una scuola con un’unica sezione. Ma l’ultima parola viene lasciata al testo degli sms ricevuti dallo smartphone di Erik che, comparendo in sovrimpressione sullo schermo, monopolizzano l’attenzione dello spettatore.
Il dramma adolescenziale creato da Christoffer V. Ebbesen appare costruito attorno all’asse antitetico di realtà e apparenza, verità e falsificazione. In questo senso, la serie tv norvegese risulta davvero di stringente attualità mettendo a fuoco la tematica più che mai attuale della veridicità nell’epoca contemporanea della facile contraffazione elettronica e della frequente distorsione mediatica. Episodio dopo episodio la serie stringerà sempre più il cerchio sulle dinamiche fra pari degli adolescenti di oggi, nella loro complessità e anche nella somiglianza, – talvolta vera e propria omologazione – delle loro modalità di comunicazione. Ecco quindi che ci spieghiamo perché fin dal pilot vocaboli come “like, followers, Instagram, sms, video” inizino a farla da padrone. La serie norvegese si rivela occasione di riflessione sempre valida su quanto ci sia di autentico nelle relazioni interpersonali nell’era di Internet e della tecnologia imperante. Occasione preziosa soprattutto per un pubblico di adolescenti troppo spesso in balìa dei loro inseparabili telefoni, e di una doxa che sembra talvolta soffocare con troppa facilità e istantaneità l’episteme, per dirla con i termini dell’antica filosofia greca. Proprio in età adolescenziale i ragazzi misurano i propri confini ed esplorano il mondo adulto con curiosità e severità, e questa serie tv ha il merito di evidenziare come al giorno d’oggi molti adolescenti debbano fare quasi quotidianamente i conti con il rischio della mistificazione e della perdita di fiducia nella vera amicizia. La cui voce si meriterebbe invece di risuonare ben più in alto di tanti vuoti e distruttivi rumors di sottofondo.
Voto: ★★★
Jleana Cervai