Regia: Alex García Lopez, Laura Mora Ortega

Soggetto: tratto da “Cien años de soledad” di Gabriel García Marquez

Genere: realismo magico

Cast: Viña Machado, Jesús Reyes, Claudio Cataño, Diego Vásquez, Marleyda Soto

Durata: 8 episodi (prima stagione)

Origine: Colombia

Anno: 2024

Piattaforma: Netflix

Scrivere di una storia di Gabriel García Marquez mette piuttosto in soggezione, quindi proviamo a far finta di non conoscere né la storia, né tantomeno il Premio Nobel che l’ha inventata!

Le danze del matrimonio di José Arcadio Buendía e Ursula Iguarán ci introducono nel mondo un po’ fantastico e un po’ realistico di un villaggio sudamericano di un tempo sospeso. José Arcadio e Ursula sono cugini, e le previsioni di figli deformi della madre di lei terrorizzano Ursula al punto di negarsi al marito per mesi. Quando un compadre di José Arcadio, Fulgenzio, fa una battuta infelice sulla sua vita sessuale e viene da lui ucciso, la vita dei due sposi cambia per sempre. Il fantasma di Fulgenzio appare nella loro vita e non se ne vuole più andare, introducendosi persino nel loro letto coniugale, fino a spingerli alla decisione inesorabile di lasciare per sempre il loro villaggio natale per trovare una terra vicina al mare che li accolga e li allontani per sempre dai funesti presagi che li perseguitano. Con una compagnia di giovani amici si avventurano a piedi sulle montagne della Sierra per due anni, fino ad arrivare, stremati e dopo la nascita del primo figlio, ad una palude senza fine. Qui José Arcadio sogna una futura città, e sebbene non abbia trovato il mare, decide di stabilirsi proprio lì, dove nasce il villaggio di Macondo, un villaggio così nuovo che alcune cose non hanno ancora un nome. Grazie al gitano Melchiadés, in visita al villaggio con la sua fiera itinerante, José Arcadio, dotato di una curiosità fuori dal comune, scopre la scienza, che diventerà una sua ossessione. Il secondo figlio dei Buendía, Aureliano, annuncia il suo arrivo piangendo dentro la pancia della madre, e nasce con gli occhi completamente aperti.

I movimenti fluidi della telecamera, i giochi di luce e la voce narrante contribuiscono a costruire un’atmosfera concreta e onirica allo stesso tempo, e il realismo magico è reso senza eccedere e senza mai cadere nel ridicolo da episodi strani che sembrano perfettamente normali nella vita di Macondo, come l’apparizione “in carne ed ossa” del fantasma o il pianto del bambino nel grembo materno. La narrazione ci spinge a tratti in un futuro non ancora accaduto, come a significare che la preveggenza diventerà una parte integrante della storia e ad esplorare una porzione di quei cent’anni della famiglia Buendía, perché anche il tempo qui è protagonista. Il prodotto è all’altezza delle aspettative per chi ama questo genere, che si avvicina più ai passi lenti del cinema d’autore che ai ritmi serrati a cui le serie tv ci hanno abituati. Ma per chi ama perdersi nei mondi onirici di Gabriel García Marquez godendosi semplicemente una delle storie più belle della letteratura finalmente trasposta in immagini, questa serie promette sicura soddisfazione.

Voto: ★★★★

Cristiana Giaccardi