Regia: Emma Seligman

Soggetto: Emma Seligman, Rachel Sennott

Sceneggiatura: Emma Seligman, Rachel Sennott

Fotografia: Maria Rusche

Genere: Commedia

Cast: Rachel Sennott: PJ; Ayo Edebiri: Josie; Havana Rose Liu: Isabel; Kaia Gerber: Brittany; Nicholas Galitzine: Jeff; Dagmara Domińczyk: Mrs. Callahan; Marshawn Lynch: Mr. G; Ruby Cruz: Hazel; Miles Fowler: Tim; Punkie Johnson: Rhodes

Durata: 92’

Origine: USA

Anno: 2023

Piattaforma: Amazon Prime Video

Josie e PJ sono due ragazze poco popolari e lesbiche che frequentano la Rockbridge Falls High School. Sono amiche dalla prima elementare, ma non sono mai riuscite a parlare con le loro ragazze dei sogni, le cheerleader più desiderate del liceo. Mentre stanno tornando a casa dalla fiera locale, a cui tutti i ragazzi del liceo partecipano, le due amiche vedono Isabel, la ragazza di cui Josie è infatuata, litigare con Jeff, il suo fidanzato e quarterback della squadra di football. Nel tentativo di “salvarla” dal suo modo di fare rabbioso, urtano Jeff con la macchina.

Il preside della scuola, venuto a conoscenza dell’accaduto, vuole espellerle, ma Josie e PJ riescono a convincerlo a non cacciarle: s’inventano, infatti, di aver fondato un fight club per imparare a difendersi, e di aver quindi applicato questa tecnica di difesa per proteggersi in un momento di pericolo. Le due ragazze decidono però di costituire realmente un fight club di solidarietà femminile: sarà la loro copertura per conquistare le cheerleader.

Emma Seligman torna sugli schermi con un nuovo film piuttosto inaspettato, e con un ritmo decisamente diverso da Shiva Baby, con cui ha esordito alla regia nel 2020. In “Bottoms” non ci sono più dubbi sulla sessualità: le due protagoniste sono molto sicure del loro orientamento sessuale, e di ciò che vogliono, anche se forse c’è ancora qualcosa che gli sfugge. Questa volta la giovane regista decide di trattare il tema del femminismo senza alcuna sottigliezza, attraverso una commedia che è la parodia dell’infinita saga sulla vita liceale che ha avuto il via con “High School Musical”. Le due protagoniste, dal carattere opposto, sono tutto ciò che non potresti mai aspettarti da un film che parla di due ‘sfigate’ in cerca della scalata sociale per rivoluzionare la loro vita scolastica e arrivare a conquistare le più popolari del liceo: entrambe lesbiche, senza alcuna dote nascosta, capaci solo di mentire apertamente per arrivare all’obiettivo, poco empatiche verso chi è come loro, e senza nessuna capacità d’ascolto.

Nessuna delle due ha le caratteristiche dell’eroina che farà aprire gli occhi ai soliti bulli popolari che dominano la scuola, ma, nonostante ciò, in qualche modo, lo diventano, attraverso una comicità che punta all’esagerazione, fino ad arrivare all’inverosimile. La commedia risulta tutto sommato piacevole e ben riuscita per i presupposti che si dà (il ribaltamento di genere, la presa in giro della consueta storia d’amore tra liceali, le donne e la loro forza nascosta), ma la potenza dei suoi messaggi viene spezzata da alcuni dialoghi lunghi e futili, in cui lo spettatore rischia di annoiarsi, e la narrazione si affievolisce.

Emma Seligman decide con questo film di deridere apertamente la mascolinità tossica, che, nel mondo della Rockbridge Falls High School, viene premiata ed elevata all’ennesima potenza: tutto gira intorno al football e al quarterback, ma in realtà i personaggi maschili sono più femminili delle donne stesse, spettegolano, cantano in camera, si fanno male facilmente, e vengono difesi dalle frequentatrici del fight club. Ed è attraverso il fight club che le ragazze riescono a dimostrare tutta la loro forza nascosta, che non si tramuta mai in rabbia gratuita, ma in una vera presa di coscienza sull’importanza di difendersi. La regista prende tutti i cliché e li ribalta, lasciando nel film solo lo scheletro della vita liceale così come viene raccontata, cioè la bugia e il menefreghismo necessari per apparire. Bottoms risulta alla fine una commedia impacciata, seppur costruita su una bella idea di partenza, incapace di incanalare adeguatamente i variegati elementi di cui si fa portatrice, e non riuscendo quindi a spiccare il volo. Rimane il dubbio se quest’effetto disorientante sia voluto o meno dalla regista, che vuole forse rappresentare con questa forma confusa la goffaggine della storia stessa.

Ginevra Gennari

Voto: ★★½