a cura di Sebastiano Gesù

Giuseppe Maimone Editore 1999

pagine 264,  € 20,00

 

 

 

Finora la letteratura critica su cinema e Sicilia ci ha svelato solo una faccia di questo affascinante e composito binomio: quella della mostrata dal film a soggetto, erede di Méliès, la maggior parte delle volge espressione di una cinematografia di genere, tenendo in penombra l’altra faccia, quella raccontata dal film documentario, discendente per filiazione diretta da Lumière, specchio della realtà, anch’essa, purtroppo, assai spesso riflessa con immagini ingannevoli.

Se il cinema di fiction ha rappresentato la Sicilia dell’immaginario, del mito, dell’éros e dell’épos, il cinema documentario ha costruito la Sicilia della memoria, dell’antropologia, della poesia. Sovente, però, dell’Isola attraverso lo schermo, per quei complessi meccanismi insiti nell’industria cinematografica, non è stata nitida e sincera, rivelando gli intenti, non sempre nobili, degli autori. Raramente l’obiettivo della macchina da presa è riuscito a raccogliere la poliedrica immagine delle “cento Sicilie”, cosicché personaggi, storia, tradizioni, paesaggio, letteratura e cronaca sono rimasti, il più delle volte, imbrigliati in una visione disforica o banalmente superficiale, che lascia inviolato lo spazio oltre la raffigurazione esteriore. Ciò vale anche per il cinema documentaristico, che troppo facilmente ha insistito su motivi abusati: sul pittorico e sul pittoresco, sul bozzettismo e sul “colore locale”, celando la realtà più profonda agli occhi dello spettatore, senza penetrare il velo della tradizione  e della convenzione.

Non mancano, certo, al cinema documentaristico siciliani splendidi fotogrammi e brani da antologia, dove affiorano con forza penetrante sentimento e poetica, verità e realtà, denuncia e lotta, così da potere assolvere il suo compito di documento, di testimonianza pregnante di una delle regioni d’Italia più ricca di arte, di storia, di cultura, ma anche di conflitti e contraddizioni sociali.

Con quest’opera, frutto di una certosina ricerca durata lunghi anni, si intende dare un primo, ma approfondito, contributo alla ricostruzione della storia del cinema documentaristico nell’Isola nel corso di questo secolo.

L’autore, partendo dalle “vedute dal vero” e dagli avvenimenti più salienti che hanno interessato il cinema muto delle origini, come: il terremoto di Messiina, le frequenti eruzioni dell’Etna e le varie edizioni della Targa Florio, ripercorre i primi anni del sonoro attraverso i cinegiornali Luce e le successive Settimana Incom. È il periodo prebellico e postbellico con i cortometraggi veri e propri che, sull’onda della scuola documentaristica inglese, tentano di avviare la stagione neorealistica italiana, per poi allontanarsene quasi immediatamente, lasciando spazio all’orda del documentario turistico-folcrorico dei primi anni Cinquanta, sollecitato da astuti meccanismi legislativi. L’itinerario prosegue lungo i decenni successivi fino ai nostri giorni, incontrando importanti autori, siciliani e non, come: De Seta, Saitta, Alliata, Mingozzi, Ferrara, Vancini, La Rosa, Antonioni e molti altri, alcuni altrettanto famosi, altri meno conosciuti, dandone resoconto in una puntigliosa ricostruzione filmografica, a oggi, la più completa possibile.

Ne viene fuori un affascinante ritratto a tutto tondo di un mondo sconosciuto, ma di grande interesse per la cultura e la memoria collettiva della Sicilia, la regione più cinematografica della nostra nazione.

 

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