di Sebastiano Gesù

Brancato Editore, Catania, 2011

pagine 161, € 20,00

 

 

 

A voler tentare un resocontò dei periodi storici trattati dalla filmografia nazionale, di certo il Risorgimento italiano risulta la pagina di Storia più rappresentata sullo schermo.

La nostra cinematografia si interessa all’argomento fin dai suoi albori, basti pensare che il primo film a soggetto della storia del cinema italiano, del fiorentino Filoteo Albertini, risale al 1905 e porta come titolo La presa di Roma.

Da allora in poi, per tutto il Novecento, con alti e bassi, sarà un susseguirsi di film patriottici e risorgimentali, raccontati, nei nei primi decenni del secolo, sull’onda delle testimonianze e dei ricordi dei sopravvissuti, e, successivamente, sulla base di diversificate interpretazioni storiche più o meno care al potere, di cui il cinema facilmente è espressione.

Della nutrita produzione non molti sono i film degni di menzione per verità storiche e qualità estetiche, anche se alcuni di essi possiamo considerarli dei veri e propri capolavori. Nondimeno resta una pletora di pellicole perlopiù giocate sulla retorica celebrativa, sul romanzesco-avventuroso e sul genere sentimentale-patriottardo, che, nel bene e nel male, hanno contribuito anch’esse a rinsaldare nell’immaginario collettivo il senso dell’unità nazionale, oggi, purtroppo, oltremodo minacciato.

La pubblicazione, voluta dal Centro Studi Cinematografici di Roma e dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’uNiversità degli Studi di Catania, in occasione dell’anniversario dei 150 anni dell’unità d’Italia, fa parte di un progetto più composito, comprendente una rassegna du film a tema, un convegno di studi, e una mostra illustrativa di materiali cartacei che espone manifesti cinematografici e stampe originali d’epoca.

Il volume concentra l’attenzione esclusivamente su quei film che ripercorrono la spedizione dei Mille e le imprese garibaldine in Sociali, uno dei momenti risorgimento tali più esaltanti e ricchi del giovanile fervore patriottico, testimoniato anche dalle illustrazioni d’epoca e dai reportage testuali, redatti da bravi illustratori e giornalisti italiani e stranieri al seguito del Generale, parimenti alle testimonianze memorialistiche di scrittori come Dumas, Nievo, Abba, Bandi.

Durante il Risorgimento il giornalismo giocò un ruolo fondamentale nella divulgazione degli ideali garibaldini e mazziniani e la stampa internazionale, insieme a quella italiana, partecipò a uno straordinario movimento di idee che superò i confini della tradizione letteraria e dell’intero sistema culturale. La stampa assunse un valore aggregante di altissima importanza, la diffusione su vasta scala di giornali e riviste ebbe conseguenze disastrose per tutte le monarchie insediate nella penisola italica.

Le xilografie pubblicate in calce al libro sono una tipologia di incisioni su legno a rilievo che permettevano di stampe contemporaneamente testo e immagine. Questa caratteristica rendeva il processo di stampa molto economico e adatto, quindi, per le pubblicazioni a carattere popolare.    

Ci piace interpretare queste illustrazioni come materiali del pre-cinema, perciò vengono accostate ai manifesti pubblicitari cinematografici. Perché del cinema, soprattutto di quello muto, hanno delle caratteristiche comuni, in primis la loro natura di arte popolare e la  necessità di didascalie esplicative.

I film analizzati in questa pubblicazione appartengono massimamente al miglior cinema risorgimentale che racconta l’unità d’Italia vista dal Sud, ma nel tentativo di una ricostruzione storica del punto di vista cinematografico non vengono trascurati neppure quei film minori, che spesso, grazie a una veste accattivante, più facilmente riescono a penetrare nello spettatore meno avvertito. Così come non vengono trascurati quei film che trattano i principali temi della questione meridionale postrisorgimentale, in modo da dare al lettore un quadro, pur se riconducibile alle sole imprese garibaldine nell’Isola, il più esaustivo possibile del rapporto tra cinema e Risorgimento siciliano.

 

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