
Regia: Hirokazu Kore’eda
Soggetto: Kuniko Mukōda
Fotografia: Mikiya Takimoto
Genere: family drama
Cast: Rie Miyazawa, Machiko Ono, Yū Aoi, Suzu Hirose
Musica: Fox Capture Plan
Durata: serie TV, 6 episodi, 55-67 min (episodio)
Origine: Giappone
Anno: 2025
Piattaforma: Netflix
Quattro sorelle, diverse tra loro per età, stile di vita e carattere, dovranno confrontarsi coi temi del tradimento e dei valori tradizionali. Grazie alla loro personalità unica, riflesso delle diverse sfumature delle dinamiche familiari, affronteranno le proprie lotte personali: Tsunako, la più grande, ha una relazione con un uomo sposato; Makiko, la seconda, è convinta che il marito la tradisca; Takiko, la terzogenita, scopre che il padre ha una relazione extraconiugale; Sakiko, l’ultima, convive segretamente con un aspirante pugile. La scoperta di Takiko è l’elemento scatenante che sconvolge la quotidianità delle quattro protagoniste e le obbliga a fare i conti coi loro segreti. Le sorelle dovranno decidere se raccontare alla madre ciò che hanno scoperto o se risolvere la questione per conto proprio, trovando il modo di collaborare e gestire la situazione in cui si trovano.
Grazie al suo sguardo attento alle relazioni umane, Kore’eda restituisce un ritratto di famiglia autentico, riprendendo la serie TV Ashura no Gotoku (1979), diretta da Ben Wada e tratta dall’omonimo romanzo di Kuniko Mukōda. Il regista esplora con delicatezza e sensibilità non solo l’indipendenza e la complessità delle donne, ma offre uno spaccato di vita che trascende le culture, affrontando temi universali quali famiglia, memoria, identità e soprattutto fiducia; ogni personaggio ne viene toccato in maniera differente e vi si confronta svelando aspetti diversi su cui interrogarsi. Ciascuna delle protagoniste è ben definita e viene presentata allo spettatore all’interno della propria quotidianità, dando subito una chiave di lettura per riuscire a comprenderne scelte e reazioni nel corso dello svolgimento della trama.
L’ambientazione storica incornicia la vicenda, inserendo le trame familiari sullo sfondo del Giappone alla fine degli anni Settanta. L’accurata ricostruzione del contesto culturale evidenzia la riservatezza e il sacrificio finalizzati a mantenere l’armonia familiare, sottolineando il ruolo secondario delle donne all’interno della società e la loro condizione di dipendenza dall’uomo soprattutto nel contesto casalingo; ciò è evidente nel rapporto che ha la secondogenita col marito e la madre col padre ma si evince anche nella relazione adultera della primogenita col proprio datore di lavoro. La terzogenita invece rifiuta l’idea di trovare marito proprio per non dover rinunciare alla propria libertà, mentre la più giovane ancora idealizza l’amore.
La sensibilità con cui il regista riesce a catturare le sfumature delle emozioni quotidiane viene trasmessa anche dalla regia lineare che predilige campi medi e tende a un’osservazione realistica degli eventi, con enfasi sui particolari, a cui si affianca una fotografia dai toni caldi e nostalgici che sembra rievocare un ricordo dai colori pastello e cattura l’atmosfera di un’epoca in bilico tra modernità e tradizione. I tagli di immagine sono precisi e le composizioni costruite con attenzione a richiamare la semplicità con cui sono presentati e caratterizzati i personaggi. Il lavoro di introspezione passa quindi anche per le immagini, oltre che per la scrittura, dimostrando ancora una volta la bravura di Kore’eda e la sua capacità narrativa, semplice e diretta ma allo stesso tempo profonda e ricca di spunti di riflessione.
L’episodio pilota riesce a condensare l’essenza e il tono della storia, delineando le protagoniste in modo sintetico ma accurato e ponendo le premesse per un racconto avvincente. La cura estetica si riflette nella scrittura, introducendo una narrazione bilanciata, senza eccessi che cadono in stereotipi o sbavature, coerente con lo spirito del tempo e in grado di trattare temi universali con uno sguardo intimo e personale. Un prodotto delicato che fuoriesce dal panorama Netflix e indaga sul senso di appartenenza, la ricerca di indipendenza e il senso di riconciliazione, con un approccio realistico e minimalista dove i momenti di tensione emotiva sono alternati ad attimi di leggerezza e tocchi di umorismo che alleggeriscono la narrazione senza sminuirne l’importanza.
Isabella Corsini
Voto : ★★★★