a cura di M. Repetto e C. Tagliabue

Editrice Il castoro, Milano, 2001

pagine 112, € 15,00

 

 

 

L’inizio del terzo millennio sarà per il cinema italiano un momento di rinascita? Sono sufficienti i tre Oscar vinti da La vita è bella di Benigni per dire che la nostra cinematografia ha superato il suo lungo momento di crisi? In un mercato che si organizza sempre più secondo i criteri della globalizzazione, quale spazio potrà essere conquistato dalla produzione nostrana? Questi sono solo tre tra i tanti quesiti, che hanno un denominatore comune: il pubblico mondiale e le sue scelte.

Questo libro raccoglie i dati di un’indagine effettuata dal Centro Studi Cinematografici sugli spettatori di tutto il mondo per cercare di individuare le loro tendenze culturali, i loro guasti, like loro preferenze per quanto riguarda il cinema italiano. O risultati di tale ricerca sollevano ulteriori interrogativi e costituiscono il punto di partenza per allargare il discorso alla nostra cultura tout court.

Perché il Neorealismo, Fellini, Mastroianni, al Loren e la commedia all’italiana costituiscono il polo di attrazione primario degli spettatori stranieri, i quali, pur conoscendo anche il cinema italiano di oggi, continuano a privilegiare compatti solo un suo periodo e quei protagonisti considerati ormai “storici”? Che fare per rilanciare la sua immagine all’estero? Qual è l’attuale condizione che segna la presenza della nostra cinematografia sul mercato internazionale? A queste domande il volume cerca di rispondere con alcuni interventi critici che completano e commentano i dati emersi dalla ricerca, estendendo il campo d’analisi all’economia e alle logiche mercantili che condizionano l’esportazione dei nostri film, al peso di uno strumento come la televisione, agli investimenti istituzionali di politica culturale volti ad allargare la conoscenza e la competitività del cinema italiano sul piano internazionale.

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