Titolo originale: Upgraded
Regia: Carlson Young
Soggetto e sceneggiatura: Christine Lenig, Justin Matthews, Luke Spencer Roberts
Fotografia: Mike Stern Sterzynski
Genere: commedia romantica
Cast: Camila Mendes, Archie Renaux, Marisa Tomei, Lena Olin
Durata: 104’
Origine: USA
Anno: 2024
Piattaforma: Amazon Prime Video
Squattrinata e intraprendente, Ana (Mendes) si è trasferita a New York sognando di aprirvi una galleria d’arte. Intanto, cerca di farsi un nome alla Erwin’s, prestigiosa casa d’aste, dove la gavetta, però, è grigia e frustrante: costretta a incarichi miseri, deve sottostare alla dispotica e perfezionista direttrice Claire Dupont (Tomei). Ma quando, a Londra, si deve organizzare la vendita di un’importante collezione d’arte, è proprio Claire a richiederla come assistente. Ana, finalmente, ha l’occasione per emergere.
Durante il volo, conosce William (Renaux), un affascinante ragazzo inglese, a cui racconta qualche bugia di troppo sulla propria identità.
Una commedia romantica che, oggi, si inserisca pienamente nel solco della tradizione hollywoodiana — quella di Accadde una notte, del più recente Il diavolo veste Prada o, pure, di Cenerentola — corre il rischio di non essere che l’ultimo di innumerevoli cloni. Ma Upgraded – amore, arte e bugie, facendo tesoro dei classici, riesce a trovare, nella scrittura dei protagonisti, una vitalità originale.
Se Ana, self-made woman degna delle commedie di Frank Capra, è disposta ad affrontare qualsiasi sacrificio pur di lasciarsi alle spalle origini modeste e vita anonima, William, figlio di una nota attrice inglese, ricerca la semplicità che i privilegi della ricchezza gli hanno sempre precluso. Si tratta di personaggi apparentemente agli antipodi, di cui l’amore riesce a rivelare la complementarietà; all’interno, però, di un rapporto problematico. Tra i due, infatti, il motivo di frizione, che è tappa fisiologica nelle dinamiche del genere, non nasce semplicemente da opposte concezioni della vita, ma anche e soprattutto dalle bugie che lei gli propina e che, per giunta, le permettono di fare carriera. E, pur continuando a desiderare William, né rinuncia al successo, né rinnega le sue colpe. Sincerità e menzogna, amore e interesse coesistono in lei. Un’eroina hollywoodiana, entro la fine del film, avrebbe necessariamente scoperto la sua intrinseca purezza.
Al contrario, la personalità di Ana è lasciata libera di esprimersi nella sua ambiguità. Si tratta di un personaggio realistico per i canoni del genere e dallo spessore tale da non sfigurare nemmeno di fronte all’animo irreprensibile — e fin troppo semplice — di William.
Il film è la dimostrazione che, nel ritratto di una protagonista forte, la purezza e la perfezione non hanno alcuna importanza; e che la forza femminile, poiché ha già in sé i presupposti per emergere, non ha certo bisogno che, all’altro sesso, siano negati a forza carisma e dignità morale, come accade, invece, in alcune sceneggiature contemporanee: per esempio, quella di Povere creature!, quanto al personaggio di Duncan Wedderburn, e di Una donna promettente, quanto a tutti i personaggi maschili.
Ana, dunque, è una protagonista scritta con intelligenza, a cui, però, l’interpretazione di Camila Mendes non rende pienamente giustizia. Le manca il talento prorompente di Marisa Tomei e di Lena Olin — quest’ultima nei panni Catherine, la madre di William —, che, spesso, le rubano la scena con grande facilità. In compenso, dalla loro caratterizzazione non emerge la stessa complessità. Ma ciò non si può considerare un difetto, poiché si tratta di personaggi creati in rapporto all’azione, che, rispetto all’indagine psicologica o alla descrizione dell’ambiente, assume un’importanza centrale nel film hollywoodiano classico, di cui Upgraded – Amore, arte e bugie incarna fino in fondo la natura: attraverso la vicenda di Ana, senza badare troppo ai dettagli, infonde nell’animo dello spettatore fiducia nelle proprie capacità e nell’avvenire, divertendolo con un intrigo prevedibile, forse, nel finale, ma certo sorprendente nello sviluppo. Tanti, infatti, sono i colpi di scena, che scaturiscono, in gran parte, dall’uso intelligente di quelle stesse bugie in grado di elevare il film oltre la semplice leggerezza.
Riccardo Papillo
Voto: ★★★