Titolo originale: The Monkey King

Regia: Anthony Stacchi

Soggetto: Wú Chéng’ēn (tratto dal racconto Viaggio in occidente)

Sceneggiatura: Steve Bencich, Ron J. Friedman, Rita Hsiao

Cast: Jimmy O. Yang, Bowen Yang, Jolie Hoang-Rappaport, Jo Koy, Ron Yuan, Nan Li, Andrew Pang, Stephanie Hsu, Sophie Wu, Hoon Lee, Andrew Kishino, Jodi Long, BD Wong, Dee Bradley Baker, Robert Wu, David Chen, James Sie, Kieran Regan, Kuno Inghram, Mark Benninghoffen, Vic Chao.

Origine: Cina, Hong Kong, Stati Uniti d’America

Durata: 97

Anno: 2023

Piattaforma: Netflix

Nato da una meteora, Sun Wukong, noto anche come Monkey King, è una scimmia tanto forte quanto arrogante. Dopo aver sconfitto il demone che minacciava il suo branco e aver rubato un bastone magico al Dragon King, la superbia di Sun Wukong lo porterà a intraprendere un viaggio per sconfiggere altri cento demoni e ottenere così l’immortalità che gli consentirà di essere accolto come un dio dalle altre divinità celesti.

Di opere tratte o ispirate a Viaggio in occidente se ne sono viste tante nel corso del tempo. Le influenze di uno dei testi fondamentali della letteratura orientale sono tali da trascendere il proprio mezzo espressivo per interessare differenti media, tra cinema, televisione, fumetto e persino videogioco. Basti pensare all’importanza che ha avuto per la realizzazione di Dragon Ball di Akira Toriyama, uno dei manga (e poi anime) più popolari della storia. Delle molte versioni che hanno attinto dal racconto attribuito a Wú Chéng’ēn, The Monkey King del 2023 è ben lungi dall’essere una delle migliori, anzi si potrebbe affermare che sia una delle più blande e meno ispirate.

Focalizzandosi sulla prima parte dell’epopea, il film animato, distribuito da Netflix, racconta la storia del Monkey King Sun Wukong, arrogante scimmia dalla forza straordinaria la cui ispirazione è quella di diventare una divinità. Dopo aver rubato il bastone dorato al King Dragon, il protagonista, in compagnia di una bambina di nome Lin, comincia un viaggio per sconfiggere 100 demoni e ottenere l’immortalità, sicuro di attirare l’attenzione degli altri Dei ed essere accolto così nel pantheon.

Il difetto maggiore del film risiede proprio nella co-produzione sino-americana ad opera di Netflix Animation e di Pearl Studio di Shanghai, evidenziando un’incompatibilità tra il desiderio di portare l’opera su schermo e la mancanza degli strumenti culturali necessari per poterla comprendere. Da ciò s’avverte un mancato adattamento ai gusti e ai toni del cinema d’animazione occidentale. Le diverse prove che Monkey King è chiamato ad affrontare mancano di coesione, dando allo spettatore la sensazione di assistere non tanto a un lungometraggio quanto alla successione di episodi di una serie animata. Inoltre, anche la combinazione tra umorismo e azione, tipica della produzione animata per famiglie, risulta alquanto deficitaria, non riuscendo a integrarsi nella tipologia di storia trasposta. Il risultato è quello di una grossa occasione sprecata, soprattutto se si considera che in Cina, nel 2015, venne prodotto Monkey King: The Hero Is Back, film, arrivato brevemente anche nei nostri cinema, nel quale la storia del Re scimmia è stata adattata con maggior aderenza e spirito all’Opera della dinastia Ming.

Luca D’Albis

Voto: ★★