Regia: Sebastián Silva

Soggetto: Sebastián Silva

Sceneggiatura: Sebastián Silva, Pedro Peirano

Fotografia: Gabriel Diaz Alliende

Genere: satirico, commedia nera

Cast: Jordan Firstman, Sebastián Silva, Catalina Saavedra, Mateo Riestra

Durata: 109’

Origine: USA 2023

Piattaforma: MUBI

Per superare il proprio blocco creativo, il regista Sebastián Silva decide di uscire dalla propria bolla fatta di depressione e ketamina e concedersi una vacanza a Zicatela, paradiso LGBTQ+. Sulla spiaggia nudista conosce Jordan, famoso influencer, che gli propone di collaborare a un progetto. Inizialmente reticente, Sebastián si ricrede a seguito dell’entusiasmo di HBO per l’iniziativa e decide di accettare la proposta dell’invadente Jordan, pronto a raggiungerlo a Città del Messico. Proprio quando la vita del regista cileno sembra avere una svolta, un incidente cambia completamente il corso della narrazione e il film si trasforma, sfidando lo spettatore a un gioco tra ironia e paradosso. L’iniziale apatia, prodotta dal contesto disfunzionale in cui è immerso il protagonista, muta in una vicenda che mantiene il tono umoristico ribaltando però le premesse narrative e il genere stesso, grazie a un colpo di scena inaspettato.

Il film comincia come un mockumentary dai toni autobiografici, invaso da una disturbante quantità di nudo maschile che sfiora la pornografia e da un utilizzo massivo e costante di droghe. Sebastián è un artista annoiato, fantastica sul proprio suicidio e ne intellettualizza l’idea, quasi fosse il necessario compimento del suo percorso creativo, e lo spettatore ne segue le azioni quotidiane condividendo il suo disinteresse per la vita. Dall’incidente in poi però il ritmo e i personaggi assumono un nuovo ruolo, lo stesso protagonista lascia il proprio posto all’impacciata donna delle pulizie Vero, che dovrà fare i conti con una responsabilità scomoda.

Catalina Saavedra, attrice principale in La Nana (Affetti & Dispetti, 2009) opera seconda del regista e presente anche nel suo primo film La vida me mata (Life Kills Me, 2007) e in Gatos viejos (Old Cats, 2010), riesce a restituire un iconico personaggio sbadato e caricaturale, che ricade volontariamente nello stereotipo. L’intera narrazione è pervasa da un cinismo ironico, volto a deridere non solo i personaggi cliché e i loro contesti, in particolare l’annoiata desolazione del mondo artistico, l’invadenza dei social e l’omosessualità estremizzata, ma anche lo spettatore stesso, obbligato a fare i conti con un susseguirsi di situazioni che alternano repulsione e fastidio a compassione e divertimento. L’utilizzo costante della camera a mano sottolinea l’effetto di disturbo, gestendo in modo ottimale la prima parte semi-documentaristica e la seconda, più coinvolgente, dove tensione e comicità si alternano, con strette su primissimi piani per enfatizzare le sensazioni dei personaggi, che si tratti di prese di coscienza, momenti di timore o stati di alterazione per l’effetto di stupefacenti. Grazie al saggio utilizzo del black humor, argomenti tabù come suicidio e perversione diventano lo sfondo di una satira sociale brillante, dove fraintendimento e incomunicabilità giocano un ruolo centrale. Ne risulta un’indagine sagace sul disagio esistenziale che riesce a divertire e far riflettere senza giudicare, dando spazio a una libertà dai toni grotteschi e indecenti accompagnata da un’analisi su comportamenti e meccanismi dei rapporti umani, con particolare attenzione al senso di colpa e alle conseguenze delle proprie azioni.

Isabella Corsini

★★★ e 1/2