Titolo originale: Gil Bok-sun
Regia: Byun Sung-hyun
Soggetto: Byun Sung-hyun
Sceneggiatura: Byun Sung-hyun
Cast: Jeon Do-yeon, Sol Kyung-gu, Kim Si-a, Esom, Koo Kyo-hwan, Kim Sung-oh, Lee Yeon, Hwang Jung-min, Choi Byung-mo, Kim Ki-chun, Park Kwang-jae, Jang In-sub, Jang Hyun-sung, Lee Jae-wook, Lee Hae-yeong, Ki Joo-bong, Kim Joon-bae, Lee Young-suk, Kim Yong-jun, Park Se-hyun, Im Jae-in, Choi Hyung-joo, Lee Seung-yeon, Kim Jae-hwa, Yoon Kyung-ho, Kim Hyun-jae, Jo Hyun-wu, Yoon Se-woong, Lee Ru-ahn
Origine: Corea del Sud
Durata: 137
Anno: 2023
Piattaforma: Netflix
Gil Bok-Soon è la numero uno nel suo campo. Nessun sicario è abile quanto lei nel portare a termine gli incarichi assegnatile, riuscendo sempre ad eliminare l’obiettivo. Tuttavia, le difficoltà di un killer a contratto non possono competere con gli impegni che comporta la gestione di una figlia adolescente, afflitta da tutti i problemi della sua età. Gil Bok-Soon, infatti, porta avanti parallelamente la vita d’assassina e quella di madre single, tenendo all’oscuro la giovane Jae-yeong sulla sua reale attività. Quando la protagonista decide di abbandonare il mondo criminale per potersi dedicare a tempo pieno a lei, troverà l’opposizione dell’organizzazione per cui lavora, la MK Ent., pronta ad ogni sotterfugio pur di impedire il suo ritiro.
Con gli anni il cinema asiatico è andato incontro, in Occidente, a un seguito senza precedenti. Non più terreno esclusivo per una ristretta cerchia di estimatori, ma una produzione riconosciuta ed apprezzata tanto dal vasto pubblico quanto dalle stesse industrie europee e americane. Questa (ri)scoperta ha portato diversi cineasti a confrontarvisi, aprendo a una contaminazione tra i due emisferi, a partire da Matrix delle sorelle Wachowski fino ad arrivare al più recente franchise di John Wick. Proprio il successo della serie con protagonista l’assassino interpretato da Keanu Reeves si è fatto prodromo, negli ultimi anni, di un intero filone costruito sull’azione cruda, diretta e coreografica, tipica del cinema di Hong Kong, non soggetta ad artifici tecnici che fino a non molti anni prima condizionavano la realizzazione degli action movie, soprattutto ad Hollywood.
È così che, a partire da queste premesse, il caso del film coreano Kill Boksoon assume aspetti peculiari, costituendo, in qualche modo, un cerchio che si chiude. La pellicola, infatti, diretta da Byun Sung-hyun e distribuita da Netflix, rimanda in modo esplicito a John Wick, ponendo i personaggi in un contesto molto simile, all’ interno di una società criminale parallela alla nostra, con a capo un sindacato composto unicamente da assassini. E così come in quei film, anche in questo caso la protagonista, una madre che tiene nascosto alla figlia adolescente la sua attività di assassina, tenta in tutti i modi di tirarsi fuori, scontrandosi con quel mondo che cerca costantemente di riportarla a sé. Un film questo dal doppio volto: da una parte mette in pratica un’evidente operazione commerciale, presentandosi come rip-off della quadrilogia ideata da Derek Kolstad e diretta da Chad Stahelski, dall’altra si pone come sua risposta, riappropriandosi proprio di quella tradizione di cinema action che ha fatto la fortuna del franchise.
Le coreografie dei combattimenti si attestano sugli standard del cinema d’azione contemporaneo, attraverso una serie di (finti) piani sequenza seguiti con la steadycam. Allo stesso modo degna di nota è la recitazione della protagonista Jeon Do-yeon, a proprio agio nel doppio ruolo di madre apprensiva e spietata sicaria. Ciò che maggiormente tedia è la durata eccessiva di 137 minuti, mai troppo indicata per il genere dove l’azione deve essere il più possibile concentrata, senza correre il rischio di diluire l’impatto sul pubblico.
Luca D’Albis
Voto: ★★★