Regia: Alessandro Genovesi
Soggetto: dal romanzo omonimo di Erin Doom
Sceneggiatura: Eleonora Fiorini, Alessandro Genovesi
Genere: Sentimentale, drammatico
Cast: Caterina Ferioli, Simone Baldasseroni, Alessandro Bedetti, Roberta Rovelli, Orlando Cinque, Sabrina Paravicini, Eco Andriolo, Nicky Passarella
Durata: 105’
Origine: Italia
Anno: 2024
Piattaforma: Netflix
Nica ha perso i genitori durante un incidente stradale all’età di otto anni e da quel giorno ha vissuto al Grave, un orfanotrofio nel Minnesota dove vigono tre regole ferree: ordine, rispetto, obbedienza. Finalmente, molti anni dopo, il suo sogno di essere scelta da un papà e una mamma si avvera, ma quello che doveva essere per lei il giorno più bello si trasforma in una nuova angoscia. La futura famiglia adottiva decide di prendere in affidamento anche Rigen, un ragazzo dall’aria misteriosa e cupa che attira la loro attenzione per il suo talento musicale. Nica nutre per il ragazzo un sentimento ambiguo, di attrazione e paura insieme. Malgrado la ragazza cerchi di lasciarsi alle spalle il passato, i ricordi riaffiorano, rendendola sempre più confusa. Una storia d’amore, di dolore e paura che implicherà scelte importanti per lei, gli amici e la sua famiglia.
Atteso con trepidazione da chi ha letto il romanzo omonimo, il film lascia perplesse e deluse le giovanissime che tanto hanno amato i personaggi descritti nel libro, a cui il film si ispira. Se siete invece fra le poche persone che non hanno letto il romanzo (Fabbricante di lacrime è il libro più letto in assoluto nel 2022) la storia forse potrebbe piacervi, anche se ci sono alcune incongruenze legate in particolare all’ambientazione dell’opera, che si situa nel Minnesota (dove tutti parlano tuttavia italiano) e nel presente, malgrado abiti e ambienti facciano pensare al secolo precedente.
Il film gioca su alcuni cliché portati all’eccesso e affronta troppe tematiche senza riuscire ad approfondirne nessuna, presentando una carrellata di personaggi tipici della struttura della fiaba: la direttrice dell’orfanotrofio, crudele e ambigua, il ragazzo inquietante e ombroso sempre pronto a proteggere la sua amata, la giovane innamorata di un’amica ma non corrisposta, l’innamorato geloso e violento, i genitori comprensivi e pazienti … e poi una lunga serie di simboli e citazioni da libri new age: il ciondolo a forma di farfalla, la presenza del lupo sul luogo dell’incidente, la dicotomia fra bene e male, fra amore e dolore che possiamo sintetizzare nella frase (riferita alla lumaca, ma anche a Nica) “Ciò che la protegge è anche quello che potrebbe farle più male”.
La recitazione e l’uso della voce narrante non convincono del tutto. Sono sicuramente migliori i giovani attori rispetto agli adulti, ad eccezione della madre di Nica che tuttavia risulta fin troppo comprensiva nel ruolo di chi sa essere accogliente e mai invadente.
Bella, anche se forse eccessivamente presente, la colonna sonora, a cui contribuisce anche Billie Eilish con “I love you” e altri brani.
Il film è inizialmente avvolto da un alone di mistero e di inquietudine, ma poi sviluppa, a volte troppo velocemente, situazioni che andrebbero spiegate meglio, omettendone alcune invece fondamentali che permetterebbero di comprendere la psicologia dei personaggi. Insomma, sembra esserci l’urgenza di comunicare tutto nel più breve tempo possibile, ma raccontare un romanzo di 600 e più pagine non è cosa facile nemmeno per un bravo regista.
Del finale non diremo, anche se probabilmente l’avrete già letto visto l’enorme successo del romanzo.
Voto: ★★1/2
Claudia Bersani