Regia: Erdem Tepegöz
Sceneggiatura: Erdi Isik
Fotografia: Hayk Kirakosyan
Genere: Drammatico, sentimentale
Cast: Funda Eryigit, Alperen Duymaz, Mehmet Gunsür, Gökçe Eyüboglu
Durata: 100’
Origine: Turchia
Anno: 2024
Piattaforma: Netflix
Kenan è il direttore della casa editrice fondata quarant’anni prima da suo padre. Sua moglie Gökçe, che ha un negozio di abbigliamento in città, è fondamentale nella scelta dei manoscritti da pubblicare, a lei spetta la prima lettura. Lui ha totale fiducia in lei e per la festa dei loro dieci anni di matrimonio le dedica parole innamorate. Gökçe ha però lo sguardo assente e sembra annoiata. Quando si imbatte in Kül, un nuovo manoscritto, la sua vita prende una svolta inaspettata: le parole scritte sulla pagina prendono forma nella sua mente, e la curiosità è tale da spingerla a cercare le prove della storia d’amore che la misteriosa autrice descrive. Trovato il protagonista del romanzo, si lascerà coinvolgere in una vicenda che metterà a rischio il suo equilibrio psichico e la sicurezza della sua famiglia.
Si dice che i libri permettano di viaggiare con la mente e di vivere esperienze diverse dalla realtà che ci circonda restando seduti in poltrona. “Ma cosa è realtà, e cosa finzione? Chi vi dice che non stiamo tutti vivendo nel sogno di qualcun altro?” Così inizia il film, la voce fuori campo ci avvisa: la realtà potrebbe essere una bugia.
Sin dalle prime pagine del manoscritto Gökçe è convinta che la storia che sta leggendo è reale, perché visualizza esattamente i luoghi in cui il romanzo è ambientato. Addentrandosi nella lettura, e contemporaneamente nella vita della protagonista, finzione e realtà si sovrappongono e confondono. È un fenomeno che la psicologia definisce come fictofilia, l’incapacità di distinguere la finzione dalla realtà, che porta una persona reale a innamorarsi di un personaggio di fantasia che, in questo caso tuttavia, assume un corpo anche nella vita della protagonista. Passeggiando nei luoghi descritti nel libro, la donna finisce per incontrare l’uomo di cui la protagonista del manoscritto si era innamorata e scopre di provare la stessa attrazione per lui. Passione, mistero ed erotismo le regalano una sensazione di libertà che la allontanano dalla sua famiglia. Ma continuando a leggere il romanzo Gökçe scopre che la protagonista è morta, e a questo punto la storia diventa un giallo, in cui la tensione continua a salire. Chi l’ha uccisa? Cercando di capire cosa stia capitando alla moglie, il marito si metterà a sua volta sulle tracce della misteriosa autrice, e la vicenda si complicherà ancora di più. Bella la fotografia, i colori caldi e sognanti delle atmosfere della prima parte del film; belle le immagini allo specchio dove la realtà si moltiplica o si capovolge, come pure la scena in cui Gökçe è sommersa dall’acqua della vasca da bagno in cui galleggiano le pagine del manoscritto. Ma il finale lascia perplessi e spiazza lo spettatore con un epilogo del tutto a sorpresa.
Erdem Tepegöz mescola tre piani narrativi diversi (anche se l’ultimo è solo accennato) utilizzando due generi diversi. Funda Eryigit è particolarmente brava nell’interpretazione del ruolo della moglie annoiata, triste e infine confusa nella prima parte, quella sentimentale; Mehmet Gunsür è molto convincente nella seconda, quella investigativa da psico-thriller. Il personaggio di Metin Ali, interpretato da Alperen Duymaz, resta invece avvolto da un alone di mistero e ambiguità per tutto il film, così come quello dell’amico scrittore della coppia, Taner Alpar, che fa due sole apparizioni, una in apertura e una in chiusura di film.
Claudia Bersani
Voto ★★★