Regia: Elene Naveriani
Soggetto: Elene Naveriani
Sceneggiatura: Nikoloz Mdivani, Elene Naveriani
Fotografia: Agnesh Pakozdi
Genere: drammatico
Cast: Eka Chavleishvili, Temiko Chinchinadze
Durata: 110’
Origine: Svizzera, Georgia
Anno: 2023
Piattaforma: Mubi
Etero è una donna di mezza età, indipendente e solitaria. Non ha mai voluto sposarsi per non dover sottostare al controllo maschile, oppressa da angherie e restrizioni impostele in passato da padre e fratello. Vive una vita semplice, gestisce un piccolo emporio e raccoglie more, ogni tanto visita un’amica e passa le giornate nella desolata monotonia del suo paesino. Un giorno, mentre sta raccogliendo more sul bordo di un burrone, si distrae osservando un merlo e scivola, rischiando di cadere nel fiume: questo evento la risveglia e, turbata dall’immagine della propria morte, decide di concedere la propria verginità al primo uomo che incontra, ovvero Murman, il fattorino che le consegna i detersivi all’emporio. Tra i due nasce un legame sentimentale che si sviluppa però in segreto, dato il matrimonio di lui e la ferrea volontà di Etero di non mostrarsi debole e bisognosa di affetto ma soprattutto di mantenere la propria libertà.
Basato sull’omonimo romanzo di Tamta Melashvili, il film racconta il contrasto interiore delle donne georgiane, cresciute con l’obbligo e la consapevolezza di dover sottostare a pesanti schemi sociali patriarcali che le rendono incapaci di sentirsi a proprio agio al di fuori di essi, costringendole però a un costante soffocamento delle loro libertà. Etero è una donna fuori dagli schemi, autonoma e indipendente, per questo viene additata dalle coetanee come se fosse “colpevole” del suo mancato matrimonio, quando invece si tratta di una scelta ponderata e consapevole che non ammette ripensamenti. La protagonista di questa vicenda non ha intenzione di piegarsi alle aspettative sociali, a costo di soffrire per la propria solitudine e subire il timore di morire in anonimato, evento reso esplicito nella tremenda visione del suo stesso cadavere ai bordi del fiume, scoperto da passanti sconosciuti.
Inserendo questo tipo di visioni e di alcuni ricordi in maniera realistica ed in continuum rispetto alla narrazione, ci si riesce ad immergere nel punto di vista di Etero, entrando nella sua psicologia e affezionandosi a lei. Per anni ha dovuto subire un padre alcolista e un fratello prepotente, entrambi gelosi della figlia/sorella accusata di essere la causa della morte della moglie/madre, la quale in realtà è deceduta per un cancro all’utero non curato, aggravato dal secondo e ultimo parto. L’ottimo lavoro di caratterizzazione dei personaggi è sostenuto da una curata selezione del cast (a partire dall’incredibile protagonista perfetta per il ruolo nonché prima e unica scelta della regista), fattori che permettono alla storia di risultare credibile e realistica, dando così la possibilità a spettatori e spettatrici di inserirsi in un contesto lontano per la maggioranza e di conoscerne dinamiche e difficoltà.
L’immersione è aiutata anche da ambienti e scenografie che giocano sul contrasto tra desolazione e colori accesi, visibile soprattutto negli interni spogli dove risaltano i toni vivaci dei pochi oggetti d’arredamento presenti. Seguono la stessa cifra stilistica la fotografia, che predilige colori caldi e fa ampio uso di gelatine colorate, e i costumi, che definiscono i personaggi in modo quasi teatrale, ricorrendo spesso alla ripetizione degli stessi indumenti per ognuno.
Blackbird blackbird blackberry è un film fatto di silenzi e solitudine, un film politico che mira a denunciare la condizione femminile e i soprusi subiti dalle donne da parte degli uomini, con protagonista una donna forte e ribelle, simbolo della lotta alla tradizione e dell’emancipazione femminile. Etero sfida le norme sociali e affronta il contrasto tra affermazione di sé e capacità di inserirsi nel complesso contesto dove è cresciuta e nel quale cerca la propria felicità e autonomia. La divertente scoperta del sesso e dell’amore da parte di una donna matura dà alla narrazione un tocco di leggerezza e tenerezza, concedendo un sorriso all’interno di una storia tragica.
Voto : ★★★
Isabella Corsini